titolesi lingua italiana_1 - Il mondo degli Schuetzen

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Il contributo dei tirolesi di lingua italiana
alla difesa del Tirolo  (1)

tratto da
"La tradizione degli Schützen nel Tirolo di lingua italiana" Erich Egg
volume pubblicato dalla Compagnia Schützen "Major Enrico Tonelli" di Vezzano (TN)
Grafiche Futura Mattarello (TN)

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E' fuori dubbio che l'autonomia del Trentino è tuttora un elemento "protettivo" dell'autonomia dell'attuale Sudtirolo. Dal 1970, per iniziativa dell'associazione "Bruder Willram" di Innsbruck, si stampa l"'Almanacco Tirolese", in due lingue; ciò ha favorito una serie di interessanti contatti fra Innsbruck e Trento, in virtù dei quali le città di Trento, Bolzano ed Innsbruck si sono strette con legami culturali ed operativi di particolare importanza. Uno dei risultati di questa collaborazione, sostenuta anche dalla "Alpenregion der Schützen", è la rifondazione di diverse compagnie nel Tirolo di lingua italiana, oggi Trentino. La parola "welsch" non è dispregiativa ma ha identificato fino al 1918 l'esistenza di una lingua romanza in un contesto linguistico fondamentalmente tedesco. Infatti il cosiddetto "Tirolo tedesco" è in sostanza soltanto una specificazione linguistica. Fu infatti a partire dal secolo decimonono che il Tirolo meridionale o italiano fu chiamato Trentino (come si nota nella cartografia dell' epoca, n.d.t.).
  Il presente lavoro di ricognizione della storia della pratica del tiro al bersaglio nel Tirolo meridionale è un primo tentativo di definire la vera portata dei tirolesi italiani ai fini della difesa territoriale. La loro presenza nella storia della difesa territoriale del Tirolo fu importante, ma sempre sottaciuta sia dalla propaganda nazionalistica tedesca sia dalla letteratura italiana. Il Tirolo, la "terra fra i monti", che separava due grandi popoli, il tedesco e l'italiano, impedì di fatto la dilatazione di operazioni militari offensive proprio con la sua radicata struttura difensiva e per via della sua dislocazione geografica costituì un'autentica barriera contro eserciti provenienti sia dal Nord che dal Sud. In tempo di pace poi il confronto delle realtà economiche e culturali di Germania ed Italia ha caratterizzato ambedue i gruppi linguistici tirolesi in modo del tutto tipico rispetto - ad esempio - alle popolazioni delle grandi pianure.
  Il principio della difesa territoriale tirolese si fa risalire, concettualmente, alla volontà del fondatore del Tirolo, il conte Mainardo II (morto nel 1295). La sua politica sostenne sempre gli abitanti delle città ed i contadini dato che la nobiltà non era in grado di fornire uomini in numero sufficiente per un'adeguata difesa del territorio. Nel 1290 la cittadinanza di Bolzano fu chiamata dal principe locale ad apprestare un'unità militare nonostante fosse sottoposta amministrativamente al vescovo di Trento. Il 1302 fu l'anno del primo reclutamento nel distretto di Thaur - Hall, destinato in Val di Non ed a Trento, dove vennero coscritti anche tirolesi del sud dalle zone circonvicine. Nei secoli XII e XIV le città erano i capisaldi della difesa territoriale in virtù delle loro fortificazioni e della disponibilità al reclutamento dei loro abitanti. Nel XV secolo, con l'avvento delle armi da fuoco, le fortificazioni delle città non furono più così sicure; si impose allora la necessità di difendere i passi montani e di conseguenza si dovette privilegiare il reclutamento di contadini. Il grosso della difesa territoriale era una via di mezzo fra i contingenti malpagati assoldati dai nobili fino ad allora e i veri mercenari, che erano volontari e percepivano la paga in base al periodo di ferma. Per un'azione in Italia settentrionale il capitano territoriale Berchtold von Gufidaun assoldò nel 1365 centocinquanta volontari cui corrispose 8.400 gulden per un periodo di ferma di quattro mesi; essi furono impiegati nella zona di Treviso, che allora dipendeva amministrativamente dal Tirolo. E nel 1368 non furono reclutati soltanto nobili e cavalieri ma anche abitanti delle città e delle valli; insieme costituirono il grosso della fanteria del principato. Allora si usava esentare dall'obbligo della leva i nullatenenti ed i servi della gleba.
 Nel 1435, per la prima volta, venti Schützen, precedentemente  armati di lancia, vennero dotati di armi da fuoco e ricompensati in denaro. La  nobiltà tirolese non era in grado di mantenere alle armi per lunghi periodi un  grande numero di uomini per ragioni di carattere finanziario, anche perché la  struttura militare del Tirolo era molto cambiata a partire dal 1400 in virtù del  reclutamento di cittadini e contadini. I nobili quindi potevano finanziare  soltanto i comandanti delle formazioni. Un esempio: nel 1406 un nobile della Val  di Non era in grado di servire sia il duca Federico che il vescovo di Trento, ma per soli Organizzativamente parlando gli uomini atti alle armi vennero  iscritti a partire dal 1400 in appositi registri, cosa che portava gli uomini a far parte ufficialmente della difesa territoriale. Il duca Federico Tascavuota, secondo fondatore del Tirolo (1406-1439), riuscì a radunare nel 1431, per  muovere contro il principe vescovo di Chur e assediare le sue fortificazioni in Val Venosta, 542 uomini iscritti nei registri della leva di massa; i tirolesi del Sud furono venticinque da Königsberg (Lavis  e S. Michele), dodici da Castelfondo e quattro da Primiero.
 Sempre sotto il Tascavuota (l439-1490)(11) un'ordinanza di richiamo ufficiale del 1479 prevedeva che ogni distretto predisponesse proprie compagnie di armati, mettendole a disposizione per la durata di un mese, trascorso il quale esse procuravano un confacente avvicendamento di uomini e ciò fino al completo allontanamento del pericolo di invasione del territorio tirolese. tre giorni; per la disponibilità oltre tale periodo fu finanziato  direttamente dalla Contea del Tirolo.
 La discussa guerra dell' arciduca Sigismondo contro Venezia del  1487 ebbe sicuramente un corso di per se stesso poco felice, anche se si trattò  della prima vittoria delle milizie reclutate come detto sopra, vale a dire delle  compagnie Schützen del Tirolo meridionale. I combattimenti ebbero luogo nella  stretta di Calliano il 10 agosto 1487; i veneziani, comandati dal pur esperto  "condottiero"(9) Roberto da Sanseverino,  furono sconnfitti. Il contingente tirolese - trecento soldati e settecento richiamati dal Tirolo del Sud era comandato da Friedrich Kappler, capitano della  città di Trento.
Questi aveva avuto parte nelle vittorie conseguite dai fanti  svizzeri contro il duca di Borgogna e sapeva, per esperienza, che il tempo della  superiorità del cavaliere con armatura in combattimento era finito: ora gli  scontri venivano decisi dalla truppa a piedi, munita di lunghe lance, e dagli Schützen  armati di moschetto. Il coraggioso capitano di Trento decise di attaccare mentre  il nobile Giorgio da Pietrapiana impiegava subito la milizia proveniente dalle  località vicine riuscendo a conquistare le alture sovrastanti Calliano e Beseno.
(9) _ in italiano nell'originale.
(11) _ Federico "dalle tasche vuote" morì nel 1439. Gli successe il figlio  Sigismondo "il danaroso", che regnò fino al 1490, allorché fu costretto ad  abdicare a favore di Massimiliano 1
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